Cos’è il Coaching

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Dopo essere diventato coach professionista, l’obiettivo successivo è ...metterlo in pratica e quindi proporsi al fine di trovare clienti (coachee) con cui iniziare percorsi di coaching. Quindi il problema diventa spiegare cos’è un coach, cosa fa e cos’è il coaching, ma quando ci provo le prime domande sono:

“Sì ma coach di che?”, “Ma quindi sei un allenatore?”, “Coach di quale sport?”

Credo sia naturale, la parola stessa, “coach”, può trarre in inganno sebbene non sia del tutto sbagliato pensare al coach come un allenatore...ma di competenze.

Il coaching si svolge, nella pratica, attraverso una o più sessioni da remoto o in presenza in cui il coach, attraverso una serie di domande, permette al coachee di identificare un obiettivo da raggiungere a fine sessione e un insieme di strategie ed azioni per raggiungerlo. In sostanza si lavora su un’area ben definita della vita del coachee nell’ambito della quale egli vuole migliorare un aspetto ben circoscritto. 

Chi lavora veramente…? 

La sessione è una partnership, ovvero una collaborazione in cui le due persone coinvolte hanno ruoli distinti. Il coach è l’esperto del processo di coaching, sa come fare le domande, quando farle e come porsi. Facilita il cliente a scoprire come raggiungere l’obiettivo concordato. 

E’ compito del coachee, colui che veramente fa fatica, trovare le risposte.

Il coach quindi non fornisce consigli e neanche suggerimenti, non aiuta in modo diretto, non si occupa di traumi pregressi, non è un consulente ma neanche uno psicologo o un counselor.

A cosa servono le domande fatte dal coach? Servono a mettere a fuoco le risorse già presenti nel coachee e che gli serviranno per definire tutti i passi necessari per raggiungere l’obiettivo. 

Attenzione si ha a disposizione solo il tempo di sessione per raggiungere l’obiettivo. Un semplice esempio, “Vorrei identificare alcuni miei strumenti per organizzare al meglio la mia giornata di lavoro”. Al termine della sessione il coachee dovrà andarsene con una serie di tecniche o azioni o principi applicabili nella sua vita professionale e che da solo , finora, non è riuscito a focalizzare. Il coach lo aiuta a metterle a fuoco e a superare quegli ostacoli o quelle credenze limitanti che non gli hanno permesso di farlo finora.

Naturalmente è responsabilità del coachee mettere in pratica ciò che è emerso nella sessione. Il coach è responsabile solo del processo e del risultato di sessione ovvero aiutare il cliente a  raggiungere ciò che voleva.

A chi serve il coaching

A chiunque voglia fare un percorso di crescita personale riconoscendo le proprie risorse e portandole su un piano di consapevolezza.

Un coach quindi non insegna e non suggerisce, aiuta a “tirare fuori” e,  con un approccio maieutico, attraverso l’utilizzo di domande, permette al cliente (coachee) di costruire un “ponte” tra dove si trova ora e dove vorrà essere al termine del percorso di coaching

In questo senso può essere visto come un allenatore di competenze; il coaching ha un taglio pragmatico ma scende anche su piani valoriali dove trovano fondamento le azioni identificate per arrivare “là dove il coachee vuole arrivare” 

Per approfondire

Per approfondire queste tematiche, fare una sessione di coaching di prova o iniziare un percorso puoi contattarmi prendendo un appuntamento con me a questa pagina: Meeting Slot

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